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Sono sempre di più gli studenti che al giorno d’oggi preferiscono iscriversi ad un corso di laurea online, piuttosto che ad un corso di laurea classico. Questa tendenza non è in ascesa solo negli ultimi tempi a causa della pandemia (anche perché gli stessi atenei frontali stanno adottando la modalità della didattica a distanza proprio per evitare agli iscritti di perdere le lezioni), ma già da qualche anno, infatti secondo il rapporto annuale 2019 di Istat Università nell’anno accademico 2017/2018 sono stati il 24% in più rispetto all’anno precedente gli immatricolati nelle università telematiche.
Fino a qualche tempo fa c’erano dei pregiudizi nei confronti degli atenei online, tuttavia ormai è noto che conseguire un titolo di studio per via telematica ha lo stesso valore legale di una laurea tradizionale. Ad iscriversi alle telematiche ci sono sia i ragazzi appena usciti dal liceo, sia gli adulti già inseriti nel mondo del lavoro che però vogliono ricominciare a studiare per avere un titolo in più sul biglietto da visita oppure per fare carriera sul posto di lavoro. Stiamo parlando di una fascia di età che va generalmente dai 30 ai 50 anni, ma spesso vede anche persone più grandi pronte a rimettersi in gioco. Ci si po’ iscrivere in qualsiasi periodo dell’anno, le iscrizioni sono sempre aperte e cercando in rete tra l’altro, si trovano parecchi servizi di orientamento che possono funzionare molto bene da guida per la scelta della laurea online.
Le lezioni si svolgono in modalità e-learning, quindi in diretta per chi riesce a seguire i video live o anche in modalità asincrona, perciò in differita, visto che le video-lezioni sono disponibili in qualsiasi momento della giornata direttamente sul portale dell’ateneo. Gli esami di profitto sono prenotabili ogni mese e vanno effettuati in sede, in una delle succursali che ogni università telematica ha in tutta Italia.
Le spese per laurearsi sono così ridotte al minimo, visto che gli unici spostamenti sono previsti solo per svolgere gli esami orali e scritti, senza la necessità di cercare una casa per mantenersi da fuori sede, oppure acquistare un abbonamento per i mezzi di trasporto per fare il pendolare. Non solo. Non ci sono costi nemmeno per il materiale didattico, infatti i libri, le dispense e gli appunti dei professori sono reperibili direttamente online.
Come abbiamo già sottolineato in precedenza, molte università tradizionali hanno dovuto prendere ispirazione da quelle per via telematica per riuscire a continuare con le lezioni nella fase pandemica. Ricordiamo che il 60% degli atenei frontali aveva una pianificazione strategica per la didattica online già prima del lockdown, mentre solo un terzo degli istituti aveva a disposizione corsi per via telematica.
L’emergenza ancora non è giunta al termine, perciò l’unica soluzione sembra essere quella di proseguire con la didattica da remoto, così come accade da sempre per gli atenei online. Molte facoltà classiche potrebbero scegliere di continuare in modalità blended – quindi con lezioni sia in presenza, sia online – anche quando sarà tornato tutto come prima. Quello delle università online diventerà un vero e proprio modello didattico per il futuro e cambierà per sempre la nostra percezione dello studio?